La vita media di un gatto domestico si aggira intorno ai 16 anni, potendo variare dai 12 fino ai 18 anni e persino superare i 20 anni in alcuni rari casi. Queste medie però sono molto più basse nel randagio. I gatti che vivono liberi in natura o in ambienti urbani hanno un’aspettativa di vita molto più ridotta: dai 2 ai 7 anni nei migliori dei casi. Ciò è dovuto alle diverse condizioni ambientali nelle quali crescono, piene di pericoli ed insidie, ad una dieta povera e non sempre bilanciata e all’inaccessibilità alle cure veterinarie e ai vaccini, in grado di ridurre di forma drastica la mortalità fra i più piccoli. L’ambiente selvaggio è poi molto competitivo, portando spesso gli stessi esemplari a ferirsi tra di loro per contendersi cibo e/o il privilegio di accoppiamento. La sterilizzazione a cui vengono sottoposti gran parte dei gatti domestici gioca a favore della loro longevità poiché da un lato annulla il desiderio di fuga (alla ricerca di un partner sessuale) e dall’altro, contrasta lo sviluppo di malattie legate all’apparato riproduttore quali i tumori.
Per conoscere l’età di un gatto si studiano i denti. Superati i 12 mesi, la dentizione è ormai definitiva e la maturità sessuale raggiunta. Dai due anni in poi l’animale è da considerarsi un giovane adulto per cui non sarà poi così semplice determinare l’età esatta. Sarà invece possibile capire se si tratta di un gatto anziano osservando lo stato generale della bocca: la salute delle gengive e la pulizia dei denti.
Indice
Come calcolare l’età di un gatto in anni “umani”?
Per calcolare gli anni umani di un gatto non basta moltiplicare per 7. In realtà, la curva di crescita di questi mammiferi cambia dopo i primi anni di vita. Infatti, i felini raggiungono la loro maturità sessuale (l’equivalente all’adolescenza umana) superati i primi 12 mesi, periodo nel quale l’animale cresce e apprende molto velocemente, per poi stabilizzarsi a partire del secondo anno. Superata questa prima fase di crescita, ad ogni anno felino, equivalgono 4 anni dell’uomo.
Dopo quanti anni, il mio gatto diventa senior?
Superati i 10 anni di vita, un gatto può essere considerato anziano ed è consigliabile adeguare la sua dieta ai fabbisogni tipici di questa nuova fase vitale.
Fattori che incidono nella longevità del gatto: genetica, alimentazione e ambiente stimolante
La longevità dipende principalmente da fattori genetici e ambientali. Se è vero che lo studio dei geni responsabili dell’invecchiamento e della longevità negli animali è una scienza ancora in fase di sviluppo, studi recenti hanno confermato le diverse interazioni e la loro trasmissibilità tra individui.
Ci sono differenze fra le diverse razze e stazze?
La selezione naturale, se lasciata libera di agire, avrebbe come scopo ultimo quello di affermare la superiorità fisica tra gli individui, ovvero, trasmettere il bagaglio genetico dei felini più forti e robusti. Per contro, determinate caratteristiche estetiche come il colore del manto o degli occhi, molto ricercate tra gli standard delle diverse razze, non avrebbero un peso nella scelta riproduttiva. Da ciò si deduce che è proprio tra i meticci (gatto europeo comune) che si trova una maggiore propensione alla longevità quando vengono cresciuti in un ambiente sicuro come quello domestico. Tra le razze esteticamente selezionate è più probabile invece che pur di mantenere certi standard fisici si trascurino altre caratteristiche che possono in qualche modo predisporre allo sviluppo di malattie. Tuttavia, tra le razze di gatto che vivono di più si trovano: siamese, savannah, ragdoll, sphynx e persiano.
Come capire se un gatto sta invecchiando: cosa cambia nel suo comportamento?
I primi segnali dell’invecchiamento del gatto possono essere: una diminuzione dell’appetito, apatia o disinteresse per il gioco, riduzione del movimento e dimagrimento. Quando questi sintomi cominciano ad apparire, è bene rivolgersi al veterinario per un controllo che ci aiuti a scartare possibili malattie concomitanti.
Le malattie e i sintomi più frequenti nel gatto anziano
Gatto apatico
Disturbi metabolici tipici dell’invecchiamento sono la causa di sintomi quali apatia, inappetenza o perdita di appetito, sonnolenza e difficoltà nel movimento. La causa può essere una malattia cronica del metabolismo come il diabete o l’insufficienza renale. In entrambi i casi, la visita dal veterinario è da considerarsi urgente.
Demenza senile o disfunzione cognitiva nel gatto
I gatti vivono abbastanza da poter sviluppare malattie come la demenza senile (conosciuta anche come “Alzheimer dei gatti”) così come accade anche per gli umani. Questa disfunzione cognitiva è riconoscibile dagli evidenti sintomi che interessano il comportamento dei gatti detti geriatrici.
- Disorientamento generalizzato (il gatto all’improvviso non sa dove si trova, non riconosce i suoi spazzi né le proprie abitudini, è spaventato.)
- Mancanza di igiene
- Ridotta attività di gioco
- Disinteresse per gli altri gatti e l’interazione con gli umani
- Perdita di appetito e alterazione del ciclo sonno – veglia
- Forte miagolio durante la notte (vocalizzi; sembra che il gatto urli)
- Tendenza a dimenticare l’uso della lettiera
Alcuni di questi sintomi, possono essere comuni a quelli del tumore al cervello, se dovessero comparire anche convulsioni, colassi e scoordinamento motorio oltre che reazioni a oggetti non visibili, la demenza potrebbe essere un sintomo collaterale.
Insufficienza Renale
La più comune fra le malattie croniche associate all’età nel gatto. L’insufficienza renale felina è una malattia metabolica che può avere conseguenze fatali se non diagnosticata e curata in tempo. I reni hanno una funzione più importante nei gatti rispetto a quella che hanno nei cani o negli uomini, ciò è dovuto alle sue origini desertiche. Bevono poco e riassorbono liquidi dalle orine è per questo che tra di loro si tratta di un disturbo frequente.
Perdita di peso e disturbi intestinali
La diminuzione del senso dell’olfatto e la perdita di denti associata all’avanzare dell’età possono causare perdita dell’appetito e variazioni di peso. La comparsa di parassiti intestinali, nuove intolleranze alimentari e l’assunzione di meno nutrienti per pasto, possono provocare l’insorgere di disturbi di tipo intestinale come la stitichezza o la diarrea.
Perdita di denti e stomatite
Un’altra malattia legata all’età che può influire notevolmente nella qualità di vita dell’animale è la comparsa di stomatite e piccole lesioni bucali così come la perdita dei denti. Il dolore e la difficoltà nel masticare portano l’animale a rifiutare il cibo, con le conseguenze che ciò comporta: perdita di peso, carenze vitaminiche, perdita di pelo, ecc.
Tumori più frequenti nel gatto anziano
I linfomi rappresentano quasi il 50% dei tumori felini. Si tratta di un tumore maligno che interessa il sistema linfatico dei gatti, portando alla proliferazione incontrollata delle cellule linfatiche nei tessuti degli organi viscerali. Tra le diverse tipologie studiate, quella più frequente fra i gatti di età avanzata e la forma alimentare, ovvero, quella che colpisce il tratto gastro-intestinale.
Altri tipi di tumore molto frequenti nei gatti senior sono il carcinoma mammario, il carcinoma di cellule squamose e il fibrosarcoma.
Obesità e diabete: l’importanza della dieta e la prevenzione
L’obesità è un fattore di rischio importante nello sviluppo di malattie sistemiche come il diabete ma anche di tipo motorio come l’artrite e l’artrosi. La qualità di vita di un gatto obeso non è delle migliori e con l’avanzare degli anni può portare l’animale a sviluppare altre malattie più gravi. Una dieta adeguata e bilanciata è da considerarsi la migliore terapia preventiva. L’eccessiva ingesta di cereali, farine animali e ingredienti di bassa qualità, insieme ad una vita sedentaria, sono i principali responsabili dell’obesità felina.
Fonti consultate per questo articolo: https://oncologiaveterinaria.it/linfoma-del-gatto/ https://www.science.org/doi/10.1126/science.abo3191