Il fegato assolve a numerose funzioni e ha l’incredibile capacità di rigenerarsi. Nonostante ciò, le patologie epatiche nel gatto sono purtroppo frequenti, in quanto questo organo può subire dei danni a causa della sua capacità di metabolizzare, disintossicare e trattenere varie sostanze tossiche. L’alimentazione gioca un ruolo fondamentale per preservare il fegato del nostro gatto in salute. Scopriamo a quali sintomi prestare attenzione e cosa possiamo fare nel quotidiano per favorire la disintossicazione di questo organo così importante.
Indice
Funzione del fegato nei gatti
Il fegato nei gatti assolve a tante funzioni, alcune delle quali essenziali per la vita. Si pensa che siano circa 200! Qui di seguito elencheremo le più importanti:
- metabolizza grassi, carboidrati e proteine;
- immagazzina vitamine, minerali e trigliceridi
- forma il glucosio che serve per nutrire le cellule del corpo;
- produce la bile necessaria per la digestione;
- distrugge i globuli rossi giunti alla fine della loro funzione recuperando il ferro;
- cattura e demolisce le sostanze tossiche presenti all’interno dell’organismo.
Quali sintomi monitorare
Vista l’importanza del fegato per la stessa sopravvivenza dell’organismo, è fondamentale saper riconoscere i sintomi delle patologie epatiche nel gatto. Alcuni campanelli d’allarme possono essere piuttosto generici e di non facile riconduzione a un problema specifico, ma in caso dovessero presentarsi è sempre bene consultare il veterinario. Nello specifico, i sintomi visibili a cui dobbiamo prestare attenzione sono:
- perdita di appetito;
- vomito;
- diarrea;
- febbre;
- dolore addominale;
- minzione e sete eccessive;
- perdita di peso;
- sanguinamento gastrointestinale.
Altri possibili sintomi delle patologie epatiche nel gatto più difficili da individuare, ma che non sfuggiranno alla visita dal nostro veterinario, sono poi:
- ulcere allo stomaco;
- problemi di coagulazione;
- ittero;
- modifiche nella dimensione del fegato
Quali esami servono per la diagnosi
Per effettuare la diagnosi, il veterinario eseguirà una serie di esami del sangue per determinare la presenza di un problema epatico. Attraverso una radiografia o un’ecografia sarà poi possibile verificare le dimensioni del fegato ed eventuali irregolarità, la presenza di calcoli biliari e problemi alla cistifellea. Se necessario, verrà effettuata anche una biopsia o una procedura di aspirazione per ottenere dei campioni su cui effettuare una coltura batterica, un’analisi delle cellule e dei tessuti e un’analisi tossicologica.
Trattamenti e cure per le malattie epatiche nel gatto
Intervenire con cure tempestive è fondamentale per i gatti con improvvisa insufficienza epatica. Il trattamento sarà specifico se il veterinario riuscirà a individuare la causa del problema. In caso invece di disturbi epatici di lunga durata oppure di natura improvvisa senza una causa precisa identificata, le cure saranno mirate a rallentare la progressione della malattia, a minimizzare le complicazioni e a dare il tempo necessario al fegato di rigenerarsi. La terapia comprende di solito la somministrazione di fluidi, farmaci per proteggere il fegato e un’alimentazione specifica (anche l’erba gatta può essere d’aiuto).
Principali malattie epatiche nei gatti
Le cause che possono danneggiare il fegato e compromettere le sue funzioni sono numerose, e si dividono tendenzialmente nei seguenti gruppi:
- infezioni batteriche, virali, fungine, parassitiche;
- tossine o farmaci;
- processi infiammatori che si diffondono da altre parti del corpo in seguito a traumi, sostanze chimiche o malattie autoimmuni;
- ridotto afflusso di sangue al fegato, ad esempio in seguito a un problema cardiaco o un disturbo congenito;
- malattia idiopatica, di causa sconosciuta.
Molte malattie epatiche hanno un andamento progressivo e possono portare a un accumulo di tossine che va a compromettere la funzionalità del sistema nervoso e di quello digestivo, oltre alla riduzione della sintesi delle proteine e della quantità di zuccheri presenti nel sangue.
Vediamo nel dettaglio quali sono le varie patologie epatiche nel gatto.
Insufficienza epatica acuta
L’insufficienza epatica acuta comporta un’improvvisa perdita delle funzionalità del fegato, e può essere causata dall’assunzione di medicinali o da un avvelenamento. E’ importante consultare immediatamente il veterinario per supportare il fegato per il periodo necessario alla sua rigenerazione. Le cure possono includere flebo, integrazione di vitamine, modifiche nella dieta e antibiotici.
Lipidosi epatica
La lipidosi epatica è la patologia del fegato più comune nei gatti. Consiste in un accumulo eccessivo di grassi all’interno di questo organo che conduce a un’insufficienza epatica. La causa è sconosciuta, ma i sintomi consistono in un periodo di scarso appetito (da pochi giorni fino a diverse settimane), soprattutto nei gatti sovrappeso, una perdita di peso improvvisa e considerevole, vomito, letargia e diarrea. La lipidosi epatica può essere associata ad altri disturbi metabolici come il diabete mellito o altri problemi del sistema digestivo che provocano la perdita di appetito. Le cure comprendono flebo, integratori e farmaci mirati. Inoltre, se il disturbo è allo stadio iniziale, vengono di solito prescritti degli stimolatori dell’appetito. In caso risultassero inefficaci, l’alternativa è ricorrere all’alimentazione via tubo.
Malattia infiammatoria del fegato
La malattia infiammatoria del fegato nel gatto è il secondo problema epatico per incidenza e può essere di due tipi: sindrome da colangite/colangioepatite o epatite portale linfocitica
Colangite/colangioepatite
La colangite consiste in un’infiammazione dei dotti biliari, mentre la colangioepatite vede l’infiammazione estendersi anche ad altri tessuti del fegato. La sindrome può poi coinvolgere altri organi e includere infezioni batteriche, setticemia, calcoli biliari e ostruzione dei dotti.
La colangite/colangioepatite acuta nel gatto provoca un improvviso stato di malessere che include febbre, dolore addominale, letargia, vomito, scarso appetito e perdita di peso. Colpisce di solito i gatti giovani o di mezza età, e fa aumentare il rischio di infezioni del tratto digestivo. Il trattamento comprende fluidi per la reidratazione e antibiotici anche per 2 o 3 mesi per trattare le infezioni batteriche. In caso di ostruzione tra il fegato e la cistifellea, diventa necessario ricorrere alla chirurgia per ripristinare le normali funzioni.
La colangite/colangioepatite cronica nel gatto colpisce invece i gatti adulti o anziani, che di solito restano ammalati per mesi o addirittura anni prima che i sintomi facciano la loro comparsa e portino a effettuare una diagnosi. In questo caso i campanelli d’allarme sono vomito e diarrea intermittenti, fluttuazioni nell’appetito e tendenza a nascondersi. Spesso viene raccomandato un trattamento con corticosteroidi per aiutare il sistema immunitario, oltre alle solite cure che prevedono reidratazione e dieta specifica. Le cure farmacologiche potrebbero essere necessarie a lungo termine.
Epatite portale linfocitica
L’epatite portale linfocitica è un’infiammazione del fegato che non coinvolge i dotti biliari. Le cause non sono ancora del tutto note, ma sembrano essere collegate a una reazione a scorie, organismi o cellule del sistema immunitario che giungono al fegato attraverso il tratto digestivo.
Avvelenamento del fegato
Essendo il fegato l’organo principale che metabolizza i farmaci, alcuni di questi possono comprometterne la funzionalità. Per questo è importante il monitoraggio del veterinario per l’assunzione di qualsiasi rimedio farmacologico, e bisogna assolutamente evitare di dare medicine per gli umani ai gatti. Altre sostanze che possono essere tossiche per il fegato sono poi metalli pesanti, alcuni erbicidi, fungicidi, insetticidi, veleno per topi, alcuni tipi di funghi e anche alcune piante. In caso di overdose da farmaci, reazione avversa ad essi o ingestione di un veleno, l’intervento del veterinario deve essere immediato.
Shunt porto-sistemico
Lo shunt porto-sistemico viene di solito descritto come un difetto congenito del fegato, ma in alcuni casi si può sviluppare come parte di una malattia che causa pressione alta nella vena porta (il vaso sanguigno che convoglia il sangue nel fegato dal tratto digestivo). I gatti con shunt acquisito – e quindi non congenito – possono vivere anche anni senza mostrare nessun sintomo, e alcuni possono avere una vita sana senza mai averne ripercussioni. Quando il disturbo si manifesta, lo fa con vomito, sete eccessiva, diarrea e spesso anche con ascite (accumulo di fluidi nell’addome) ed encefalopatia epatica.
Infezioni che colpiscono il fegato
Sono numerose le infezioni che possono causare problemi al fegato, spesso con origine in altre parti del corpo e che finiscono per danneggiare i tessuti di questo organo. Tra le più comuni troviamo:
- la peritonite infettiva felina, causata da un virus, crea infiammazione soprattutto nell’addome e nei vasi sanguigni;
- il calicivirus virulento sistemico felino, una forma più aggressiva di un virus di solito comune nelle alte vie respiratorie del gatto;
- la Malattia di Tyzzer, causata dal batterio Clostridium piliforme;
- le infezioni fungine da coccidioidomicosi e istoplasmosi;
- la toxoplasmosi, causata da un parassita che provoca la morte delle cellule del fegato in tempi brevi.
Malattie endocrine
Esistono malattie causate da una disfunzione delle ghiandole endocrine che possono provocare problemi al fegato nei gatti.
I felini con diabete mellito ad esempio hanno maggiori probabilità di sviluppare la lipidosi epatica, in quanto il diabete aumenta il metabolismo e la mobilitazione dei grassi, che vengono così accumulati in quantità eccessive all’interno del fegato.
Anche l’ipertiroidismo può incidere negativamente sulla salute del fegato, aumentando i livelli di alcuni enzimi come la bilirubina, responsabile dell’ittero.
Sindrome epatocutanea
La sindrome epatocutanea nel gatto è una malattia rara, progressiva e molto spesso fatale. Si manifesta solitamente in concomitanza con il diabete mellito, ma può essere scatenata anche da determinati tumori, ormoni o medicine. La caratteristica di questa sindrome è il coinvolgimento della pelle, che forma croste ed ulcere sui cuscinetti delle zampe, sulle orecchie e intorno agli occhi.
Cisti al fegato
Le cisti possono essere acquisite (solitamente un nodulo solo) o presenti già dalla nascita (di solito più noduli chiamati disturbo policistico). Il disturbo policistico congenito è tipico ad esempio dei gatti Persiani. Solitamente le cisti passano inosservate, ma può capitare che si ingrandiscano fino a provocare dolore addominale e altri sintomi come letargia, vomito e sete eccessiva. Le cisti possono essere identificate attraverso radiografia o ecografia, e di solito è poi necessario effettuare una biopsia per verificarne la natura. La rimozione chirurgica viene poi valutata di caso in caso.
Cancro al fegato
I tumori con origine nel fegato (tumori primari) sono meno comuni rispetto a quelli che si diffondono da altri organi (tumori metastatici). I tumori al fegato primari nel gatto si sviluppano di solito negli animali con più di 9 anni, e possono essere sia maligni che benigni. Le tipologie più comuni sono gli adenomi biliari, gli adenocarcinomi biliari, i linfomi e altri tumori del sangue.
I tumori possono essere asintomatici, ed è possibile individuare una massa durante un esame con palpazione. La biopsia è necessaria per la diagnosi definitiva. Se il tumore interessa solo un lobo del fegato, di solito viene raccomandata l’asportazione del lobo. In altri casi diventa invece necessaria la chemioterapia.
Amiloidosi epatica
L’amiloidosi è una proteina che non si è ripiegata nella forma corretta. Queste proteine mal ripiegate provocano danni aggregandosi alle altre cellule e formando fibrille insolubili che vanno a depositarsi all’interno del fegato, compromettendone le funzioni. L’amiloidosi epatica è ereditaria nei gatti Abissini, nei Siamesi e negli Orientali a pelo corto. La diagnosi viene effettuata attraverso biopsia, e le speranze di guarigione sono scarse, soprattutto se la malattia viene scoperta in una fase già avanzata.
Ostruzione dei dotti biliari
L’ostruzione dei dotti biliari nel gatto può dipendere da varie cause: infiammazioni del pancreas e della cistifellea, oggetti estranei nell’intestino, parassiti, calcoli, tumori. Se uno di questi elementi va a comprimere i dotti biliari, a volte fino ad ostruirli completamente, l’animale presenterà letargia, vomito, ittero e in alcuni casi anche sanguinamento intestinale. In alcuni casi, i dotti biliari possono anche rompersi, causando una grave condizione chiamata peritonite biliare, per cui si rende necessario un intervento di emergenza del veterinario.
Possibili conseguenze delle malattie epatiche
Encefalopatia epatica
L’encefalopatia epatica è una sindrome neurologica causata da una disfunzione del fegato. I suoi sintomi comprendono intontimento, scarsa coordinazione, modifiche nel comportamento, cecità, svenimenti e persino coma. Le cure comprendono flebo per correggere la disidratazione e lo squilibrio degli elettroliti, clisteri per pulire l’intestino dall’ammoniaca e altri prodotti di scarto e medicine per ridurre l’assorbimento delle tossine. Per evitare il ripresentarsi del disturbo, viene solitamente prescritta una dieta a basso contenuto di proteine.
Ascite
L’ascite è una condizione in cui i fluidi si accumulano nell’addome. Nei gatti con patologie epatiche, l’ascite è causata da una combinazione di alta pressione sanguigna nel fegato e uno squilibrio nel metabolismo tra sodio e acqua. Il problema può essere curato con un diuretico e riducendo la quantità di sodio assunta col cibo. A volte è inoltre necessario aspirare i liquidi in eccesso con un ago.
Difetti nella coagulazione
Il fegato produce la maggior parte delle proteine necessarie per la coagulazione, e una sua disfunzione potrebbe rendere necessario effettuare delle trasfusioni di sangue o plasma per apportare gli elementi coagulanti necessari.
Fibrosi e cirrosi
La fibrosi consiste in una cicatrizzazione fibrosa del tessuto nel fegato. Nel peggiore dei casi, la fibrosi può condurre alla cirrosi epatica, una grave malattia che compromette definitivamente le funzioni del fegato.
Qual è l’alimentazione giusta per il gatto con problemi al fegato?
La dieta preventiva e la dieta consigliata per gatti con malattia diagnosticata tendono a coincidere. Infatti, l’alimentazione per contrastare i disturbi al fegato deve essere facile da digerire per non sovraccaricare questo organo, ma allo stesso tempo ricca di tutti i nutrienti necessari. I problemi al fegato richiedono una modifica nella quantità e nella qualità di proteine e grassi, e l’integrazione di alcune vitamine. Capita spesso infatti che questo tipo di malattie abbia come conseguenza una carenza di vitamine, ed è quindi necessario ricorrere ad alimenti o integratori arricchiti con zinco, selenio, vitamine del gruppo B, vitamina K e vitamina E.
Gli obbiettivi della dieta pensata apposta per favorire la funzionalità del fegato e contenere i possibili danni sono:
- apportare sufficiente energia sotto forma di proteine di alta qualità;
- ridurre le quantità di sodio per minimizzare la ritenzione dei fluidi;
- aumentare gli antiossidanti per proteggere le cellule da futuri danni.
E’ importante modificare gradualmente l’alimentazione del nostro gatto per fare in modo che la accetti più facilmente. Nel caso in cui l’animale si rifiuti del tutto di mangiare, sarà necessario ricorrere a un tubo per alimentarlo così da evitare la perdita delle forze e lo sviluppo o il peggioramento della lipidosi epatica. Il nostro veterinario saprà consigliarci al meglio sulle sue esigenze specifiche.
Rimedi naturali depurativi e disintossicanti
La cura dell’alimentazione è il metodo naturale principale per prevenire e tenere sotto controllo le malattie epatiche. Esistono però altri rimedi naturali depurativi e disintossicanti per il fegato del gatto.
Un aiuto può arrivare ad esempio dalla fitoterapia: il Cardo Mariano, il Tarassaco, il Carciofo, il Boldo, la Curcuma e il Vitadoron Weleda sono tutti rimedi naturali che possono coadiuvare le funzioni del fegato preservandone la salute.
Gli stessi effetti benefici si possono ottenere dalla gemmoterapia con l’utilizzo di Secale Cereale, Buxus Sempervirens e Corylus Avellana.
Infine, in caso di malattie epatiche nel gatto vengono spesso consigliati integratori a base di inositolo (o Vitamina B7, un disintossicante), glutatione (antiossidante) e L-Metionina (detossificante).