Il gatto Savannah è in realtà un incrocio tra il servalo (felino selvatico africano molto diffuso nei paesi subsahariani) e il gatto domestico. Bellissimo e insolito, questo animale risulta di grande fascino grazie al suo corpo sinuoso e al manto esotico, ma porta con sé un carattere impegnativo dovuto alla discendenza dagli antenati che vivevano in natura. Molto intelligente ed energico, un Savannah tende a trovare sempre nuovi modi per divertirsi quando è annoiato, e spesso potremmo non trovarci d’accordo con le sue decisioni. Se vi sentite pronti a nascondere tutto quello che non volete che venga distrutto da un grosso micione in cerca di divertimento, allora il gatto Savannah potrebbe essere la razza che fa per voi.
Indice
Manto esotico e genetica
Il manto del gatto Savannah deve il suo fascino alla somiglianza con quello del suo antenato selvatico, il servalo. Il pelo è di lunghezza media e il colore di base è un giallo dorato con macchie nere che ricordano la pelliccia di un ghepardo e che in gergo tecnico viene definito brown spotted tabby.
Esistono però diverse varianti di colore che possono manifestarsi nel manto del Savannah. Le colorazioni accettate ufficialmente, e che quindi possono partecipare alle gare, sono il marrone (brown), l’argento (silver), il nero (black) e il nero sfumato di grigio (smoke).
Il gene Agouti e il gene inibitore
Fondamentale nel determinare l’aspetto del pelo del Savannah è il gene Agouti, una proteina che regola la distribuzione del colore nero nella lunghezza del pelo. Questo gene contiene infatti l’allele wild-type A che produce un’alternanza di giallo e nero nel singolo pelo:
- se l’allelele A è dominante (A-), il pelo alterna il giallo e il nero e termina col nero;
- se l’allelele A è recessivo ma presente in duplice copia (AA), il colore diventa solido (ovvero un colore unico);
- una terza combinazione determina una pigmentazione Tabby, ovvero a righe, dove strisce nere presentano un colore uniforme e si alternano a strisce più chiare in cui il nero si alterna al giallo.
Esiste poi un gene inibitore che può eliminare in parte o del tutto il pigmento giallo dai peli Agouti. Riassumendo in uno schema le possibili colorazioni accettate e l’influenza del gene Agouti avremo quanto segue:
- Brown Spotted Tabby (marrone a macchie) = Gatto Agouti (A-)
- Silver Spotted Tabby (argento a macchie) = Gatto Agouti (A-) + Gene inibitore
- Black (nero) = Gatto Non-Agouti (AA)
- Smoke (nero sfumato di grigio) = Gatto Non-Agouti (AA) + Gene inibitore
Colorazioni non-standard del gatto Savannah
Come accade anche per il gatto siamese, anche nel Savannah possono presentarsi colorazioni non-standard. Gli esemplari che presentano manti non canonici potranno essere sicuramente ottimi animali da compagnia, ma non potranno partecipare a concorsi e gare. La colorazione atipica potrebbe non escluderli nemmeno dai programmi degli allevatori: tutto dipende dalla quantità di tratti desiderabili a scapito dei tratti non desiderabili. Se ad esempio un Savannah presenta un manto con una colorazione non standard recessiva ma un’eccellente conformazione del corpo, un allevatore potrebbe decidere di utilizzarlo comunque come all’interno del proprio programma di allevamento.
Ecco quali sono i colori del manto non standard che possono presentarsi nel gatto Savannah:
- Cinnamon (cannella) – recessivo
- Chocolate (cioccolato) – recessivo
- Fawn (fulvo) – Cinnamon diluito
- Blue (blu) – Black diluito
- Lilac (lilla) – Chocolate diluito
F1, F2, F3, F4: cosa significano queste sigle?
Se si parla di gatti Savannah con esperti o allevatori, prima o poi nel discorso salteranno fuori le definizioni F1, F2, F3 e così via. Ma cosa significano queste sigle? La lettera F sta per FILIAL (filiale) e fa riferimento a una specifica generazione di un particolare gatto. Il numero aumenta progressivamente mano a mano che ci si allontana da questo antenato.
I Savannah hanno origine come incrocio tra un servalo e un gatto domestico. Questi primi gattini ibridi sono la prima generazione (FIRST GENERATION), abbreviata in F1. La seconda generazione, i gatti nipoti, sono definiti F2, e i pronipoti sono gli F3. Un gatto Savannah viene considerato di razza pura dalla generazione F4 in poi.
Carattere e particolarità
Sono molte le caratteristiche che possono rendere un gatto Savannah irresistibile: il manto a chiazze che ricorda un leopardo, le grandi orecchie, gli occhi allungati, il corpo slanciato, le lunghe zampe.
Ma non è un gatto per tutti, e il motivo è il suo carattere esuberante ed esigente. Evitate questa razza se siete in cerca di un gatto che sia ornamentale piuttosto che attivo. Se scegliete un Savannah dovete essere pronti ad avere un rapporto molto interattivo con lui e a passare molto tempo facendolo giocare e inventando nuovi modi per fargli esprimere appieno la sua dinamicità.
Il gatto Savannah è adatto a vivere con i bambini? Vista la sua indole giocosa, questa razza si trova bene con bimbi abbastanza grandi da farla giocare in modo coinvolgente e rispettoso. Potrebbero non apprezzare tentativi di approccio di bambini molto piccoli e poco delicati. In generale ama le famiglie numerose in quanto ricche di stimoli, ma questo discendente del servalo si trova a proprio agio anche a vivere con una sola persona, con la quale stringe un rapporto molto stretto. E’ importante però che non venga lasciato molte ore a casa da solo, perché ha bisogno di compagnia e stimoli costanti. La sua natura attiva fa sì che che gli esemplari di questa razza non amino stare per molto tempo fermi a farsi accarezzare, quindi se siete in cerca di un gatto da divano che resti per ore in braccio a fare le fusa, non è questo il felino che fa per voi.
Teniamo comunque presente che il carattere e l’aspetto di un gatto Savannah possono variare anche di molto in base alla generazione. Più sono vicini al servalo, più sono grandi e con un’indole tendente al selvaggio. Più si allontanano dall’antenato selvatico, più assomigliano a gatti domestici.
Curiosità
- Una particolarità che manderà in brodo di giuggiole gli amanti delle passeggiate è il fatto che il gatto Savannah adora camminare al guinzaglio. Potrete quindi godervi delle uscite fuori casa con il vostro felino, dandogli modo di esplorare il modo esterno in tutta sicurezza (e suscitando di certo lo stupore di chiunque incontrerete!).
- Questa razza di gatto ama arrampicarsi ed esplorare i luoghi più alti della casa: se non lo trovate in giro per casa controllate sopra i pensili della cucina, sopra l’armadio, e così via.
- Non è insolito per i Savannah giocare nell’acqua. Mentre riempite la vasca da bagno potreste scoprire le doti da tuffatore di questo grosso micione, oppure potreste trovarlo intento a divertirsi con l’acqua del water se vi dimenticate di abbassare la tavoletta.
- Oltre al solito miagolio, un gatto di questa razza emette anche suoni simili a cinguettii e sibili.
- Due Savannah hanno detenuto il Guinness World Record con il titolo di Gatto Domestico più Alto del Mondo. Il primo è stato un esemplare di nome Trouble, che nel 2013 misurava 48,3cm dalle zampe alle spalle, battuto nel 2017 da Arcturus con 48,5cm. Purtroppo Arcturus è perito in un incendio casalingo insieme al suo compagno felino Cygnus (un Maine Coon anche lui detentore di un Guinness record grazie alla sua coda lunga 43cm).
Origine della sottospecie
Il primo gatto Savannah della storia è una femmina nata nel 1986 chiamata Miracle, nata dall’accoppiamento fra Ernie, un maschio di servalo, e una gatta siamese. Judee Frank, la proprietaria dei felini, non si era nemmeno accorta che la sua gatta fosse incinta, e la prima dei Savannah è arrivata così in modo del tutto inaspettato. Miracle aveva ereditato dal padre il pelo maculato, le lunghe zampe, il corpo slanciato, le grandi orecchie e la coda corta tipici sei servali.
Judee avvisa dell’accaduto la precedente proprietaria di Ernie, Suzi Mutascio, la quale decide di prendere con sé Miracle. Le cambia il nome in Savannah e la fa accoppiare, creando così nuovi ibridi.
A questo punto interviene Patrick Kelley, il primo vero allevatore di Savannah, acquistando Kitty, la figlia F2 nata dall’accoppiamento tra la femmina F1 e un gatto d’angora turco di nome Albert. Grazie all’impegno di Patrick che ha coinvolto nel progetto altri allevatori, questa razza ibrida si è fatta largo nel mondo dei felini, con un lavoro che ha richiesto anni per raggiungere un numero significativo. L’International Cat Association ha iniziato infatti a registrare i Savannah nel 2001 e la razza ha potuto partecipare ai campionati dal 2012.
Alimentazione e consigli utili per chi decide di acquistarne uno
I Savannah possono avere dimensioni molto diverse: se gli esemplari più piccoli possono pesare 7kg, alcuni raggiungono e superano i 15kg. Per permettergli di rimanere in forma è importante scegliere per loro un’alimentazione di qualità con sufficienti nutrienti per assecondare il fabbisogno energetico legato alla loro indole super attiva e che allo stesso tempo non faccia lievitare il loro peso in maniera indesiderata.
Molti allevatori consigliano una dieta raw, ovvero con cibo crudo, per nutrire i Savannah nel modo più sano e naturale, proprio come avviene in natura col servalo. Le carni che più assomigliano a quelle che questi gattoni potrebbero procacciarsi da soli in Africa sono il coniglio e la quaglia. Ovviamente la qualità della carne cruda è importante e ne va verificata la provenienza.
Quando l’alimentazione raw non è possibile, si possono comunque scegliere cibi confezionati di qualità, facendo attenzione a quanto riportano le etichette, prediligendo i prodotti privi di cereali, coloranti e conservanti.
L’alimentazione è fondamentale per mantenere qualsiasi gatto in uno stato di salute ottimale. I Savannah vivono trai 15 e i 20 anni, e finora non hanno mostrato nessuna propensione a sviluppare malattie particolari, se non quelle che possono colpire un qualsiasi comune gatto europeo. Trattandosi di una razza relativamente giovane, le componenti genetiche possono essere più variabili rispetto ad altri gatti, ma tendenzialmente un buon allevatore effettua degli esami per escludere la presenza di anemia emolitica da deficit di piruvato chinasi, atrofia progressiva della retina e cardiomiopatia ipertrofica.
Una visita di controllo annuale dal veterinario in occasione del richiamo per i vaccini sarà sufficiente per un Savannah in buona salute e non troppo avanti con l’età.
In casa dovremo occuparci di spazzolarlo almeno una volta a settimana e di tagliargli le unghie se non esce all’esterno, per evitare che crescano troppo. Se il vostro micio si rivelerà amante dell’acqua, potrete anche fargli un bagno ogni tanto, anche se si tratterà più di uno svago che di una reale necessità.
Prezzi e allevamenti italiani
Se finora avete pensato che il Savannah abbia tutte le caratteristiche per poter diventare il vostro nuovo animale domestico, resta un ultimo piccolo particolare da affrontare: il prezzo. Quanto costa un Savannah? Si sa che i gatti di razza possono essere molto costosi, ma qui abbiamo un vero campione di incassi: il prezzo può arrivare infatti fino a 20.000 euro. Tutto dipende dalla generazione, la famosa F. Più ci si allontana dal servalo, meno gli esemplari saranno costosi:
- Savannah F1 (50%servalo) – da 12.000 a 20.000 euro
- Savannah F2 (30% servalo) – da 4.000 a 9.000 euro
- Savannah F3 (19% servalo) – da 1.500 a 4.000 euro
- Savannah F4 (15% servalo) – da 1.000 a 2.500 euro
- Savannah F5 (11% servalo) – da 1.000 a 2.500 euro
Il costo è così elevato per tutta una serie di difficoltà nell’allevare questa razza. Innanzitutto i servali da cui ha origine questa specie di gatto sono animali selvatici, e hanno quindi bisogno di particolari attenzioni, spazi e cure per essere utilizzati come riproduttori. Inoltre, molti maschi di Savannah sono sterili fino alla quinta generazione. La gestazione delle femmine poi è piuttosto lunga (circa 80 giorni) rispetto ai gatti comuni e difficilmente un allevatore riesce ad ottenere più di 3 gattini in un anno.
Nel nostro Paese esiste un solo allevamento, Savannah Italia ad Alessandria, in Piemonte.
E’ possibile anche acquistare un cucciolo all’estero – l’allevamento più vicino è Urania Wild a Lugano, in Svizzera – ma in tal caso bisogna in primis verificare a quale generazione appartiene l’esemplare desiderato, perché in Italia per legge è proibito tenere in casa animali derivati dall’incrocio con specie selvagge, a meno che non siano già alla quarta generazione.