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Perché preferire le crocchette pressate a freddo?
Il mangime di tipo essiccato come le crocchette estruse anche se venduto come pasto completo, non sarebbe in realtà quello da preferire all’interno di una dieta equilibrata. Se il nostro interesse è quello di prevenire lo sviluppo di alcune delle malattie più diffuse oggi fra cani e gatti domestici, come tumori o malattie di tipo renale/pancreatico, quello dei croccantini è un mondo pieno di insidie dove non bisogna mai abbassare la guardia.
Le crocchette estruse sono sottoposte ad un processo di elaborazione industriale attraverso il quale l’impasto di macinazione viene pressato e spinto dentro l’estrusore per poi essere mescolato e successivamente trattato ad alte temperature (dai 140°C ai 200°C). Questo trattamento termico provoca la denaturalizzazione e il degrado di alcuni nutrienti essenziali come gli amminoacidi contenuti nelle proteine e il gruppo di vitamine termolabili come la A, il complesso B e l’acido ascorbico o vitamina C.
La scarsa qualità degli ingredienti adatti a questi processi -spesso farine animali- obbliga il produttore all’aggiunta di additivi artificiali che possono col tempo essere causa di reazioni di tipo allergico. La loro bassa percentuale di fibre naturali e di acidi grassi essenziali rende più difficile l’assimilazione dei nutrienti da parte dell’intestino.
Ma quali sono i problemi specifici delle crocchette estruse?
Oltre alla bassa qualità degli ingredienti con qui vengono prodotti – nella maggior parte dei casi si tratta di scarti di macellazione non adatti al consumo umano a partire dei quali si ottengono farine animali – la loro composizione non sarà mai del tutto chiara e conterrà una percentuale di cereali e amidi necessari ad amalgamare il prodotto finale.
I processi di estrusione dei sottoprodotti di amidi si sono dimostrati potenzialmente pericolosi per la salute a causa della produzione di sostanze residuali e cancerogene come le acrilammide (Reazione di Maillard)
La perdita di nutrienti dovuta alle alte temperature obbliga i produttori ad aggiungere additivi sintetici per poter offrire un prodotto dieteticamente completo e a lunga conservazione.
Sebbene una piccola percentuale di carboidrati sia inevitabile nella produzione di questo tipo di alimento (devono essere compattate); non si può dire la stessa cosa né sulla qualità degli ingredienti né sulle modalità del processo di elaborazione. Le temperature elevate, responsabili della degradazione dei nutrienti, possono essere evitate se si sceglie la strada alternativa del pressato a freddo, come propongono alcuni marchi biologici. Una temperatura non oltre i 30°C/40°C permette la conservazione dei nutrienti presenti nel cibo per più di 3-4 mesi e si avvicina di più ad una naturale dieta carnivora.
Perché i cereali fanno male a cani e gatti?
I cereali e gli amidi sono da evitare in grandi quantità all’interno di una dieta carnivora equilibrata perché dal punto di vista metabolico essi vengono scomposti in carboidrati complessi per i quali cani e gatti non contengono enzimi specifici. Questo significa che per scomporli devono sottoporre a sovra sforzo pancreas e fegato – la digestione avviene direttamente nel duodeno e non nello stomaco.
Oltre all’affaticamento degli organi, bisogna anche considerare l’aumento di insulina nel sangue come effetto collaterale dell’eccesso di carboidrati nella dieta. Eccesso che può portare a uno stato di stimolazione del fattore di crescita che potrebbe a sua volta stimolare la proliferazione di cellule tumorali.
L’eccesso di insulina provoca anche un eccessivo accumulo di grasso addominale intorno agli organi che impedisce al sistema immunitario di riconoscere e attaccare le cellule tumorali. Altre malattie provocate da questo grasso possono essere la pancreatite o la colite.
La difficoltà nella digestione dei cibi poveri di proteine e ricchi di zuccheri negli animali carnivori ha come ulteriore conseguenza l’indebolimento del sistema immune dato che cellule come i leucociti si vedono obbligati a cedere i loro enzimi a favore del processo digestivo.

Esistono delle crocchette pressate a freddo che usino ingredienti naturali?
Se non sempre possiamo dare ai nostri animali cibo fresco o umido, una valida alternativa possono essere le crocchette pressate a freddo prodotte con ingredienti naturali. Questi prodotti, oltre che a preservare intatte vitamine e proteine, riportano nell’etichetta l’intera lista di ingredienti e percentuale di composizione analitica di forma non ambigua ed esplicita.
Diffidate sempre dei produttori che non specificano di forma chiara e precisa gli ingredienti del prodotto.
Come leggere l’etichetta di una confezione di croccantini per animali?
Non tutte le sostanze presenti nel petfood hanno l’obbligo di essere dichiarate. Il motivo è che il produttore è obbligato a dichiarare soltanto quelle che sono state inserite presso la sua struttura ma se qualche ingrediente o materia prima acquistata da terzi conteneva già additivi o addensanti questo non potremo mai saperlo. La nostra raccomandazione è quella di preferire quei produttori che sì dichiarano il 100% della composizione dei suoi prodotti così come l’origine delle materie prime.
Le grosse aziende produttrici guidate da scopi prettamente commerciali preferiscono fonti di proteine più economiche, come le farine di legumi, alle proteine nobili contenute nella carne fresca. Sapidità e conservazione del prodotto vengono poi affidate agli additivi sintetici e ai conservanti.
Il carnivoro in natura non assumerebbe carboidrati in percentuali superiori al 10% rispetto a l’intero apporto di cibo, mentre nella maggior parte dei prodotti commerciali si raggiungono percentuali intorno il 40%-45%, che è più del quadruplo.
Sono dunque da evitare nell’etichetta:
- Farine animali di bassa qualità perché prive di sostanze utili all’organismo
- Cereali e amidi ad alto indice glicemico come quello di mais o di patata (da preferire il miglio, riso integrale o il farro decorticato)
- Zuccheri artificiali o naturali in alte percentuali (come la barbabietola)
- Un bilancio acidi grassi saturi /insaturi a favore dei primi (omega 6 vs Omega 3)
- Conservanti, addensanti e altri additivi non di origine naturale, da evitare assolutamente i conservanti Bha e Bht e fra gli addensanti il E407 (carragenina).
Positiva è invece la presenza a dosi contenute di germogli e spezie quali la curcuma, il rosmarino o il prezzemolo che possono essere di aiuto nella digestione.